Le impronte misteriose e i MUFFIN all’ACQUA, COCCO e NUTELLA

Nel villaggio di Duemontagne non succedeva mai niente e con l’arrivo del freddo e delle prime nevi la noia aumentava.

Lo sapeva bene il giovane Ferdinando che aveva un solo grande sogno: diventare un famoso investigatore. Ma su cosa investigare, si chiedeva continuamente? E così girava per monti e per valli ripetendo a tutti il suo slogan: “Sono Ferdinando, risolvo anche il caso più nefando!”. 

Gli amici del villaggio non lo sopportavano più “Ferdinando, abbiamo capito che solo tu sai risolvere anche il caso più nefando, ma nessuno ha niente da farti risolvere!” gli disse un giorno la sua amica Agata, esasperata dalla continua cantilena.

Ma, in un monotono mercoledì pomeriggio, mentre fuori cadeva qualche fiocco di neve e Ferdinando ciondolava pigramente in casa nella speranza di un mistero da risolvere, all’improvviso squillò il telefono. Dall’altra parte la sua amica Cecilia, figlia della proprietaria del panificio del villaggio, chiede disperata il suo aiuto “Ferdinando corri, dal panificio sono scomparse torte e biscotti. E fuori, nella neve ci sono delle enormi orme di animale!”. 

Ferdinando non perse neanche un minuto, infilò il suo impermeabile d’ordinanza, prese la lente d’ingrandimento e corse da Cecilia.

Giunto sul luogo del misfatto trovò i suoi amici che cercavano di rincuorare la povera ragazza. “Ferdinando, guarda che impronte spaventose sono impresse nella neve” gli fece notare Tonio. “Deve essere un animale spaventoso” aggiunse la sorella Annetta. 

“Fate largo, questo è un lavoro per Ferdinando!” disse sicuro l’investigatore in erba. Estrasse dalla tasca la sua lente d’ingrandimento e guardò con grande attenzione le orme. “É chiaro, si tratta di un grande orso polare” sentenziò Ferdinando. “Orso polare?! Ma come ha fatto ad arrivare dal Polo Nord fino al nostro villaggio?” chiesero stupiti gli amici. “Evidentemente aveva fame e si è allontanato un po’” rispose Ferdinando. “Ma un po’ molto!” aggiunse la saputella Clelia. “Non divaghiamo, qui non si tratta di geografia ma di furto!” tagliò corto Ferdinando. “Ora è tardi, ma domani mattina continuerò le indagini” e si allontanò nel suo impermeabile color topo. 

La mattina dopo, appena sveglio, il telefono cominciò a squillare senza sosta “Finalmente arrivano casi da risolvere” pensò Ferdinando. E dall’altra parte le voci di tanti compaesani che denunciavano furti e la presenza di grandi impronte nella neve. 

Ferdinando corse nei posti indicati e analizzò tutte le impronte con la lente d’ingrandimento. E alla fine sentenziò “É come avevo detto dall’inizio, si tratta di un orso polare. Anzi più di uno, probabilmente un’intera famiglia”. A questa notizia gli amici di Ferdinando, accorsi per il clamore, gridarono in coro “Non è possibile!”, “Come faremo?” “Abbiamo paura!”. 

Ma l’investigatore, sicuro di sé, disse “Non dovete preoccuparvi amici, qui avete me, Ferdinando, che risolve ogni caso nefando! Non appena farà buio mi apposterò tra le montagne per prendere gli orsi con le mani nel sacco”. 

E così fece. Dopo un’ora di inutile appostamento, mentre stava per andarsene, sentì un fruscio tra gli alberi. Poi un rumore di passi che andavano veloci verso il villaggio. 

Ferdinando, cominciò a seguire le gigantesche impronte nella neve. “Questo orso non solo è grande ma anche velocissimo” pensò mentre cercava di stargli dietro. Le orme si fermavano davanti al fienile del signor Gino, lo zio di Agata. Allora Ferdinando si fece coraggio e aprì la pesante porta del fienile per cogliere il colpevole in flagrante. 

Ma quando spalancò la porta, si trovò davanti Sibilla, la gatta di Tonio e Annetta, con legate alle zampe due enormi impronte di plastica. E mentre, stupito, guardava la gatta fissarlo sorniona, spuntarono tutti i suoi amici e in coro gli urlarono: “Bravo Ferdinando, hai risolto il tuo primo caso nefando!” E Annetta, ridendo: “Hai preso lo spaventoso orso polare”.

Ferdinando finalmente consapevole che si era trattato solo di uno scherzo degli amici, aggiunse “Più che orso polare direi che si è trattato dal caso dello spaventoso gatto delle nevi!”. E tutti risero divertiti. 

Se anche voi volete rompere la monotonia di un pomeriggio invernale, ecco cosa fare: MUFFIN all’ACQUA, COCCO E NUTELLA.

Per realizzare questi simpatici muffin, senza uova e senza lattosio, vi basterà unire in una ciotola 100gr. di FARINA 00 setacciata con 30gr. di CACAO amaro in polvere e 1 cucchiaino di LIEVITO per dolci. Poi aggiungete 70gr. di ZUCCHERO DI CANNA e mescolate. 

Versate nelle polveri 120gr. di ACQUA e 30gr. di OLIO DI SEMI. Amalgamate il tutto e poi con un dosa gelato riempite per poco meno della metà dei pirottini (circa 9). Cuocete in forno già caldo a 180° per 20 minuti (fate la prova stecchino). Una volta cotti lasciateli raffreddare bene.

Per trasformare i MUFFIN all’ACQUA, COCCO E NUTELLA in impronte di orso polare, vi basterà ricoprire i muffin con un generoso strato di CREMA DI NOCCIOLE, poi cospargete con tanta FARINA DI COCCO. Aggiungete tre PALLINE DI CIOCCOLATO e un MINI OREO al centro

Ecco pronti i MUFFIN all’ACQUA, COCCO E NUTELLA ad impronte di orso polare. O di gatto…

2 risposte a “Le impronte misteriose e i MUFFIN all’ACQUA, COCCO e NUTELLA”

  1. Troppo carini bravissima 💗

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